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martedì, Marzo 19Storie, Racconti, Notizie sul mondo del Wine & Beverage

Cantina 366, dalla passione all’evoluzione del vino

Il Canavese, terra della Cantina 366

Siamo ad Agliè, un piccolo comune della provincia di Torino, situato nelle bellezze del Canavese.
Qui molti fiumi fanno da padroni, rendendo l’intera zona particolarmente fertile e rigogliosa, trasformandosi in un paradiso fatto di parchi e riserve naturali dove è possibile rifugiarsi e immergersi nella natura concedendosi un totale relax.

I terreni che troviamo sono di origine morenica, sciolti e ricchi di minerali, dislocati intorno allo splendido Lago di Viverone che fa da sfondo in un paesaggio punteggiato di vigne e campi coltivati.

La natura di questo territorio ha fatto sì che si creassero le condizioni ideali per la coltivazione della vite, rendendo l’offerta di vini piemontesi una delle prime in Italia per varietà e qualità dove l’attività vitivinicola stupisce sempre, regalando nelle varie cantine le migliori scoperte in fatto di gusto!

L’Erbaluce 366

L’azienda agricola 366 dà spazio alla coltivazione dell’Erbaluce, uno dei vitigni piemontesi più antichi e ricchi di tradizione, che poeticamente prende il nome dal colore che assumono gli acini in autunno.
L’interesse per questo vino, che ha le sue radici nel 1600, nasce dall’amore e dall’osservazione di quei momenti semplici che la natura scandisce: il veder nascere piante, sbocciare gemme, seguire il crescere degli acini, cadenzando il ritmo della vita, ci rende parte di un tutto che, se curato e rispettato, saprà darci i suoi frutti migliori.

Questo vino fermo è caratterizzato da un colore giallo paglierino, dove luminosi riflessi verdolini e una limpidezza brillante colpiscono l’occhio, che rimane ammaliato dalla bellezza di queste sue sfumature.

Con un profumo molto fine e un sapore fresco e secco,

Scelte di Vite Erbaluce

prende importanza se accompagnato a piatti dal gusto altrettanto delicato, come frittate a base di verdure, risotto alle rane oppure la zuppa canavesana, a base di cavolo cappuccio e brodo di carne, ma non esclude la possibilità di essere accompagnato anche a fritti di carne e pesce.

Il suo gusto, caratterizzato da note lievemente ammandorlate, lo rende unico e delicato in bocca, con una struttura che lo eleva tra i primi grandi bianchi piemontesi.

Prendetevi il lusso di scoprirlo qui, lasciando aperta l’immaginazione a possibili combinazioni con i vostri piatti!