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venerdì, Aprile 26Storie, Racconti, Notizie sul mondo del Wine & Beverage

Le Coppelle, il fascino di un vino “sacro”

Il vino di cui vi parliamo oggi ha una storia molto particolare, che arriva da racconti lontani e da una civiltà antica, quella dei Camuni, che ha lasciato il segno (in tutti i sensi!).

Il significato di “Coppelle”

Il nome di questo vino, “Le Coppelle”, rimanda alle famose incisioni rupestri rinvenute in varie parti del mondo, tracce che ci mostrano le nostre origini e che ci riportano ad una dimensione ancestrale che è ammantata di un profondo mistero…

La “coppella” è un incavo emisferico nella roccia, chiamata anche “pietra a scodella”, di cui si è molto discusso e la cui funzione rimane ancora enigmatica e in molti casi difficile da decifrare.

Tra le tante ipotesi, le coppelle sono state associate ai culti legati all’acqua, aventi lo scopo di raccogliere l’acqua piovana per fecondare la terra, oppure come coppe-contenitore nella roccia per liquidi per libagioni propiziatorie o sacrifici. Possibili erano infatti i rituali che prevedessero il versamento del sangue della vittima sacrificale (animale o uomo?), oppure la deposizione di incensi, unguenti o cere, che potevano essere impiegate anche come lucerne durante cerimonie notturne.

I riti potevano quindi variare, tuttavia rimane come costante la sacralità. Sembra indiscutibile infatti l’iniziale significato cultuale e sacrificale, nell’ambito di riti legati dapprima alla fertilità attraverso le offerte agli dei o ai morti oppure come simbolo di unione con la Madre Terra.

“Coppella” incisa in un masso

Prevale sempre tuttavia una lettura sacrale che riconosce in queste più o meno profonde incisioni, il luogo dove veniva versato il sangue della vittima sacrificale (animale o uomo?), oppure dove venivano deposti incensi, unguenti o cere, magari impiegate anche come lucerne durante cerimonie notturne.

Caven Camuna e il Valtellina Superiore DOCG Sassella Le Coppelle 2013

L’Azienda Agricola Caven Camuna ha quindi voluto omaggiare questi doni naturali che si trovano anche sul territorio valtellinese,e in particolare nel comune di Teglio, proprio dove sono ubicati alcuni vigneti di proprietà, creando un vino ad hoc che richiamasse il più possibile a quella realtà.

Ottenuto da uve Nebbiolo, localmente denominate Chiavennasca, e da uve autoctone e storiche quali Pignola e Rossola, questo vino si presenta di un colore rosso rubino brillante e avvolge le narici di un profumo intenso con sentore di viola.  Il suo sapore armonico, sapido, persistente ed elegante, unito alla dolcezza dei tannini, lo rende perfetto per primi piatti di pasta o risotti, ma si sposa bene anche con piatti di carne e formaggi in genere.

La sua vinificazione avviene rigorosamente con lieviti indigeni, con una fermentazione a cappello sommerso e con macerazione sulle bucce per circa 8 giorni a temperatura controllata. Per quello che riguarda la maturazione del vino, e cioè il suo affinamento, essa avviene in parte in tonneaux di secondo e terzo passaggio e in parte in botti di rovere da 35 hl per 12 mesi, terminando poi in serbatoi di acciaio inox e vasche di calcestruzzo.

Fidatevi…

Il tempo che serve per produrre questo vino vale tutta la sua qualità e tutta la sua bontà, lasciando il palato soddisfatto e un po’ di mistero sui “sacrifici” da cui è nato!

Ordinatelo qui e sarete rapiti dal gusto anche voi!