Da secoli la Valtellina è dedta alla coltivazione e alla lavorazione dell’uva, nonostaante le impervietà del territorio.
Dedicati alla viticoltura, i terrazzamenti sono opere architettoniche caratteristiche del versante retico delle Alpi Valtellinesi: un metodo di dissodamento degli impervi pendii montani, arricchiti da terra di riporto e sostenuta dai caratteristici muri a secco che modellano il paesaggio, estendendosi per circa duemilacinquecento chilometri.
Condizioni climatiche e del terreno favorevoli e la tenace fatica dei valtellinesi hanno fatto di questo versante delle Alpi un vero e proprio patrimonio dell’umanità, dove si producono vini di eccezionale qualità.
Una viticoltura detta eroica, in quanto è resa possibile dal solo sforzo degli agricoltori, impossibilitati all’uso di attrezzature moderne per cause logistiche.
Per consentire una maggiore resa alla pianta, essa viene “drizzata”, come si dice in gergo locale, ovvero i tralci sono fissati in posizione orizzontale su dei fili in ferro, all’incirca nei mesi di febbraio e marzo.
Nel mese di maggio i viticoltori, con l’ausilio di piccole “pompe a spalla”, provvedono a cospargere la vigna con prodotti atti all’eliminazione di eventuali parassiti.
Nel mese di giugno, con lo sviluppo esponenziale della vegetazione, la vite ha bisogno di essere legata ai sostegni di ferro per evitare rotture dei preziosi tralci che portano il frutto.
Con l’inizio della vendemmia, nella prima metà di ottobre, aiutati da contenitori detti “brente”, i viticoltori trasportano i frutti colti fino alle cantine, dove avverrà la fermentazione del succo d’uva nonché, terminato il processo di invecchiamento, un ottimo vino valtellinese!
Le vinificazioni sono principalmente due: Valtellina Superiore DOCG e Sforzato di Valtellina DOCG.
Nel caso del Valtellina Superiore DOCG l’uva viene pigiata, solitamente diraspata, lasciata bollire per cinque\dieci giorni e viene separato il vinello giovane dalle vinacce che vengono messe nel torchio per estrarre tutto il liquido che contengono.
Lo Sforzato (o Sfursat) di Valtellina, invece, è il frutto di una selezione di uve che subito dopo la vendemmia vengono poste per circa tre mesi su graticci in locali asciutti e ben ventilati detti “fruttai”. Dopo l’appassimento l’uva ha perduto il 40% del proprio peso, ha concentrato i succhi, ha sviluppato particolari fragranze aromatiche ed è pronta per la pigiatura. Seguono 20 mesi di invecchiamento ed affinamento in legno e bottiglia e solo a quel punto questo rosso con grado alcolico minimo 14% è pronto per la degustazione. Vitigno: Nebbiolo (min. 90%) e altri vitigni idonei alla coltivazione in Regione Lombardia (10%).
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