«Se non avessi amato questa terra e creduto nelle sue enormi potenzialità, non avrei neanche iniziato questa avventura. La passione per le nostre tradizioni e il rispetto della natura che ci circonda sono la motivazione di tutte le nostre scelte».
Luca Tommasini, general manager della cantina toscana San Gervasio, descrive così l’impegno e la dedizione nella produzione di vini.
San Gervasio è un borgo medievale nel comune di Palaia, in provincia di Pisa, sulle prime dolci colline della Val d’Era. Posto alla sommità del colle, circondato da boschi di lecci, querce, cerri, pini marittimi, ulivi e cipressi, il castello si erge con tutta la sua maestosità, quasi a presentarsi come signore, e custode, di queste terre.
La tenuta si estende su un’area di 400 ettari, di cui 22 di vigneto, con terreni caratterizzati da marne calcaree poggiate su tufo, sabbia, argilla e dalla presenza di conchiglie fossili. I restanti ettari sono suddivisi tra riserva di caccia, oliveti e boschi, che non solo rappresentano la perfetta cornice e cuore dell’antico borgo, ma mantengono vivi e saldi il legame tra territorio, tradizione contadina e popolazione locale.
Il vino San Gervasio
La loro produzione di vino da sempre si fonda sul rispetto dell’ambiente e sulla ricerca dell’equilibrio tra architettura e tradizione. Il vino buono si fa in vigna, ma in cantina si protegge, si valorizza, si continua il lavoro rispettando gli stessi principi di autenticità e naturalezza del prodotto. Per questo le loro cantine sono state ricavate all’interno di edifici storici, perfettamente armonizzate con la fattoria e con l’ambiente circostante.
Tutte le strutture che compongono la cantina, la barriccaia e la vinsantaia, sono state mantenute come originariamente si mostravano e ristrutturate negli anni ’80, per mantenere vivo il legame con la tradizione contadina che si respira a San Gervasio.
Solo così, scegliendo la chiave giusta per collegare tutti gli elementi, si ottiene un vino vero, un vino che rispecchi il terreno in cui l’uva è coltivata.
Anche i trattamenti riservati all’uva sono fondamentali, e incidono profondamente sulla qualità del prodotto finale. Nessun tipo di diserbante, pesticida o concime chimico viene infatti utilizzato, conferendo così un carattere di pregio all’agricoltura, biologica e certificata dal 1996.
A confermare la qualità dei loro vini ci sono i numeri che parlano: circa 100.000 bottiglie prodotte all’anno, di cui circa l’80-85% dell’intera produzione viene esportato in Giappone, Brasile, Canada, USA, Australia, Cina, Svizzera, Danimarca, Austria (se avete amici oltreoceano e state pensando a qualche regalo natalizio, una loro bottiglia di vino può essere quindi molto apprezzata!).
In questo periodo di feste, tra menù, cenoni e pietanze da preparare, si è spesso alla ricerca del vino giusto per un abbinamento che renda giustizia al pasto.
A Sirio Sangiovese DOC 2013
Si tratta di uno dei due “cru” dell’azienda, rosso rubino e dal gusto caldo, contenente note di piccoli frutti a bacca rossa e nera, arricchito da note speziate. Questo vino racchiude anche la storia della famiglia, è infatti dedicato al nonno Sirio. Sirio Tommasini fu il primo vero trainante dell’azienda capace di portare sul mercato un vino prodotto dalla coltura delle migliori uve della zona prodotto da nuovi vigneti ad altissima densità.
Seguite i nostri consigli e il vostro palato sarà soddisfatto!
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