Il più antico vitigno presente in Sicilia è un autoctono a bacca bianca e ha caratteristiche uniche che lo rendono particolarmente adatto alla produzione di vini secchi dal carattere deciso. I modi per chiamarlo sono molteplici: Ansonica, ‘Nzolia, Ansòria, Insolia di Palermo, Insolia, Inselida, Insora, Ansora, Insolita di Palermo, Zolia Bianca, Insedia, Ansolica, Anzonica, Ansolia, Nzolia Moscatella, Uva del Giglio, ma a noi piace chiamarlo Inzolia.
Sulle sue origini, secondo gli esperti, ci sono due possibilità: la prima colloca l’origine del vitigno in Francia, infatti uno dei sinonimi con cui è chiamato il vitigno è Ansòria, che in francese significa “color oro”, (riferendosi al colore particolare delle foglie essiccate) e la diffusione potrebbe essere avvenuta grazie alle conquiste Normanne in Sicilia. La seconda ipotesi invece sostiene che arrivi dal Medio Oriente, anche se tutt’ora non sono state fornite prove per questa teoria, ciò che è certo è che il vitigno dopo aver conquistato l’isola si diffuse in molte regioni italiane come Sardegna, Lazio e Toscana meridionale.
La prima citazione storica rinvenuta è di epoca Romana ed è da attribuirsi a Plinio che lo chiama Irziola, ma i test molecolari del DNA gli hanno attribuito affinità con i vitigni greci “Rhoditis” e “Sideritis”.
Ora però torniamo alle sue caratteristiche ampelografiche. Come già accennato prima ha una bacca bianca, medio grande, di forma regolare e dalla consistenza croccante. La sua buccia è di colore giallo oro tendente all’ambrato e pruinosa. I grappoli sono abbastanza grandi, con tronco a forma di piramide, alati e a spargolo.
Il vino che si ottiene ha un bel colore giallo con riflessi verdognoli. Dal profumo intenso con note di frutta a polpa bianca e gialla che richiama sentori erbacei. Al gusto rilascia una moderata freschezza che rimane in equilibrio con una buona persistenza, ma perchè dilungarsi in chiacchiere quando lo potete assaggiare voi stessi? Cin Cin!