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sabato, Luglio 27Storie, Racconti, Notizie sul mondo del Wine & Beverage

L’alfabeto del vino – L come Lacrima di Morro

Della storia di questo vigneto si conosce molto poco, si sa soltanto che già in tempi remoti era conosciuto. Nel 1167 durante l’assedio di Ancona, Federico Barbarossa, costrinse la popolazione a portargli le prelibatezze della zona e tra queste c’era anche il famoso succo d’uva di Morro d’Alba.

Grazie al riconoscimento della denominazione di origine controllata, nel 1985, e all’impegno di alcune cantine della zona, il vitigno è riuscito a sopravvivere e non ad essere rimpiazzato da altre viti consolidando le sue qualità e a migliorarle fino ad ottenere l’eccezionale prodotto che si ha oggi.

La DOC per essere tale deve rispettare un requisito fondamentale, deve comprendere l’85% di Lacrima con l’aggiunta di Montepulciano e/o Verdicchio nella misura del 15% massimo. In realtà quasi la totalità della produzione viene realizzata con uve Lacrima in purezza, anche in considerazione del notevole interesse che ha investito questo vino nell’ultimo decennio.

Originariamente la zona di produzione di questo vino comprendeva solo il comune di Morro d’Alba. Ora la zona si è estesa ad alcuni comuni limitrofi come Belvedere Ostrense, Monte San Vito, Ostra, San Marcello e Senigallia, tutti                                                                  facenti parte della provincia di Ancona. 

Il nome “Lacrima” deriva quasi certamente dal fatto che la buccia dell’uva quando arriva al punto di maturazione, si lacera, lasciando gocciolare, lacrimare, il succo contenuto. Secondo altri invece il nome sarebbe da collegare alla forma allungata dell’acino, oppure ad una lontana parentela con l’uva “lacrima” spagnola.

Il vitigno si presenta con una foglia media, pentagonale, pentalobata. Un grappolo medio, piramidale, alato e spargolo e un acino medio, sferico con buccia spessa e consistente, di colore blu-nero. Preferisce un clima temperato, come quello marchigiano, in quanto non è molto resistente alle intemperie ed è sensbile agli attacchi della botrite ( un fungo che attacca molte varietà di piante ).

Il vino che si estrapola da questo vitigno è dal colore rosso rubino intenso con sfumature violacee. Al naso è aromatico, caratteristico, vinoso, con il caratteristico aroma di cantina in fermentazione. Con l’invecchiamento le note olfattive si evolvono ad un fruttato-floreale di fragola, ciliegino, more di rovo, mirtilli, viola e violetta. La struttura è di medio corpo e al palato risulta asciutto, con un tannino evidente ma ben tornito.

Cosa aspettate a provarlo? Cin Cin!