Oggi proponiamo il Grechetto!
Questo vitigno a bacca bianca prende il suo nome per dalle sue origini elleniche, risale infatti alla colonizzazione greca del VII secolo AC che nella nostra penisola vide la nascita della Magna Grecia.
Sostanzialmente è grazie alla colonizzazione greca se in Italia ha avuto inizio la viticoltura: la civiltà greca importò numerose viti, che diedero origine anche al gruppo dei vitigni Greco e Grechetto, uve con specifiche differenti ma identificate in un solo gruppo data la loro origine.
L’Umbria la si trova al primo posto per estensioni vitate di questa varietà, ma anche alcune regioni limitrofe come la Toscana ne hanno una buona quantità.
Una sola uva per una marea di nomi: Grechetto nostrale o Greco spoletino, Greco bianco di Perugia, Grechetto bianco, Stroppa volpe, Pignoletto, Pulcinculo bianco, Pulce, Greco, Pizzinculo, Strozzavolpe, Occhietto, Montanarino bianco, Grecherello, Pistillo, Grechetto di Todi, Greco gentile, Montanaro, Uva di San Marino…
Il Grechetto si differenzia sostanzialmente in due principali varietà: il Grechetto di Orvieto e quello di Tufo, identiche dal punto di vista ampelografico. Le bacche sono di dimensioni medie, ovali, con alte concentrazioni di pruina sulla buccia sottile e gialla. Vitigno dalle alte rese che necessita lunghe potature. Il suo clima ideale? L’Italia centrale, dove riesce a sopportare il freddo d’inverno ma soprattutto le gelate primaverili classiche di questa parte della nostra penisola. Ha una buona tolleranza alla peronospora ma non altrettanto all’oidio.
Queste uve regalano vini dal colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, delicati aromi fruttati con moderata acidità, sia fermi che spumantizzati. Avendo una buona produzione viene spesso utilizzato per il Vin Santo.
E adesso… DEGUSTIAMO!