La zona collinare compresa tra le provincie di Verona e Vicenza, La Val d’Alpone, dove i rilievi man mano si trasformano nelle Alpi, è una zona vitivinicola molto produttiva, favorita dall’origine vulcanica del terreno. E’ la zona del Durello, un vino tutto da conoscere, che si va sempre più affermandsi non avendo molto da invidiare a vini più quali Amarone, Valpolicella e Soave.
Il 2 febbraio è stata costituita l’Associazione temporanea di Impresa per l’inserimento dell’area nella tentative list italiana dei siti Unesco: l’intera Val d’Apone potrebbe presto diventare patrimonio UNESCO.
L’Uva Durella
Il Durello è espressione tanto di un territorio quanto di un antico vigneto: la Durella, che ricopre i versanti delle vallate fondendosi di quando in quando con i ciliegi, anch’essi tipici dell’est veronese. Si tratta di un vitigno antichissimo, se ne trova menzione a partire da manoscritti e statuti comunali già a partire dal 1200 DC. All’epoca era chiamata Durasena, dal latino, Durus Acinus, con riferimento allo spessore della sua buccia. Nel 1700 era apiamente diffusa nel vicentino e sul versante orientale del territorio veronese.
La parola Durella ben descrive le caratteristiche di questo vitigno: la buccia spessa, l’acidità importante, un’indomabile asprezza.
Queste caratteristiche congenite sono ancora più accentuate dal territorio dove la Durella cresce rigogliosa. Il lato orientale dei monti Lessini, le pre-alpi veronesi, essendo di origini vulcaniche, è abbondanto di basalto e coi suoi sali minerali conferisce molta sapidità ai suoi vini.
Il vino prodotto nel territorio dei Monti Lessini Durello (da cui il nome della DOC) in passato è stato piuttosto difficile da “gestire”. Non molti infatti erano in grado di apprezzare la grande acidità e sapidità di questo vino, bevuto quasi esclusivamente nel mercato locale, dove era abitudine di allungarlo con l’acqua, o usato come vino da taglio.
Grazie alla moderna enologia e alla perseveranza dei produttori si è riusciti a trasformare in punti di forza i punti deboli del Durello: l’alta acidità e sapidità potevano garantire al Durello una grande longevità e farne un vino bianco che può tranquillamente riposare in cantina anche per dieci anni con risultati sorprendenti. In più, si è capito che il Durello, con le sue caratteristiche, poteva diventare un’eccellente base per la spumantizzazione con metodo classico.
La rifermentazione in bottiglia, soprattutto se prolungata, bilancia l’acidità del vino base conferendo al Durello Metodo Classico una straordinaria finezza e complessità d’aromi.
Il Durello spumante sta conquistando sempre maggiori estimatori, grazie anche a un rapporto qualità prezzo competitivo, soprattutto rispetto a zone di produzione più blasonate che sull’onda delle mode, negli ultimi anni hanno un po’ approfittato della propria posizione.
In questo modo i vini veronesi completano la gamma, offrendo una carta completa, che va dai vini bianchi leggeri da aperitivo, ai rossi più importanti, fino ai vini passiti da dessert e appunto ai grandi spumanti metodo classico, passando per rosé, rossi di media struttura e bianchi di corpo.
Il Durello è stato insignito della DOC nel 1987.
Il più rappresentativo dei Monti Lessini Durello è ormai sicuramente lo Spumante. Esso è prodotto da un minimo di 85%di uva Durella con aggiunte possibili di Garganega, Pinot bianco, Chardonnay e Pinot nero.
Il Durello Spumante ha una spuma fine e persistente, colore giallo paglierino con riflessi verdi, profumo vinoso, delicato e leggermente fruttato, sapore piacevole, acidulo, vinoso e armonico.
Pronti a farvi stuzzicare il palato?! Ecco il vostro Durello!