fbpx
venerdì, Dicembre 27Storie, Racconti, Notizie sul mondo del Wine & Beverage

Mossi, tradizione e innovazione dal 1558

Albareto è una piccola frazione di Ziano Piacentino, sul territorio collinare della bassa Val Tidone, non lontano dal confine tra la Lombardia e l’Emilia Romagna.

La storia di questo paese è profondamente intrecciata con quella di una grande famiglia, che nel 1558 intraprese un percorso fatto di lavoro e dedizione nella coltivazione della vite e nella produzione di vini.

Jo Francesco Mossi fu il primo a credere nelle proprie potenzialità, nel lavoro manuale che lo avrebbe portato a vini importanti, che potevano però solo nascere dalla cura e dall’amore verso questo territorio e dal rispetto di tutti quegli elementi che lo rendono ricco e fertile.

Caratteristica di quest’area è infatti un’alta concentrazione di argilla e di elementi calcarei, ideali per le uve, che rendono questo territorio collinare particolarmente prolifico per la coltivazione della vite.

Da quel lontano 1558 si sono succedute fino ad oggi 14 generazioni di vignaioli, che una dopo l’altra sono riuscite nell’intento di preservare le tradizioni di quell’antico mestiere innovandosi però di volta in volta, di vendemmia in vendemmia. Con il passare delle stagioni, e degli anni, si è arrivati oggi a Silvia Mandini e Marco Profumo, coppia nella vita e alleati in azienda, custodi di un passato intriso di usanze ed esperienze ma anche responsabili nel continuare questo lungo percorso con i giusti strumenti.

Una scelta che infatti è stata adottata, proprio a tutela del territorio ma volta anche alla sua promozione, è stato il coinvolgimento delle istituzioni locali, ma anche delle scuole e della cittadinanza. La cantina è anche partner di VALORinVITIS, un Gruppo Operativo della Regione Emilia-Romagna che ha l’obiettivo di valorizzare le varietà di uva tipiche del piacentino aumentando la resilienza del sistema produttivo al cambiamento climatico, impegnandosi anche a proteggere le colture e a ridurre i pesticidi diminuendo gli impatti ambientali.

I vini che nascono da qui sono quindi lo specchio di ciò che è l’azienda: vini con carattere e dal colore acceso, come l’Infernotto, sono ideali per accompagnare taglieri di salumi piacentini o secondi di carni rosse, sorprendendo il palato con il contrasto tra liquirizia, cacao amaro e caffè tostato. Troviamo però anche note più floreali, come quelle racchiuse nel FoxTrot, che unendo la rosa e la viola insieme lascia in bocca un gradevole retrogusto speziato.

   

 

Le degustazioni sono possibili direttamente in azienda, oltre all’opportunità di frequentare corsi o eventi aziendali. Per rendere possibile una partecipazione più attiva e comprendere meglio che cosa davvero rappresenta la tradizione contadina e i lavori che vengono svolti, è stato creato il Museo del Vino e della Civiltà Contadina, che raccoglie e conserva vecchi attrezzi da lavoro, utensili e arredi di casa. Un’azienda a tutto tondo che rimane senza dubbio un modello di produzione a cui ispirarsi e un simbolo di unione e passione senza tempo.

 

attrezzi e utensili da lavoro all’interno del museo

 

Non vi resta che ordinare qui questi intensi vini piacentini e apprezzarne la loro autenticità secolare!